Luciano Giustini ragionamenti a lettere..

Quel senso di disagio oltre la cronaca

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In questa domenica di Pentecoste, mai parole di Ratzinger mi sono risuonate così tempestive come quelle di oggi. Parole che vanno al di là della cronaca, come è nella consuetudine della Chiesa, e si rivolgono a questioni fondamentali dell’uomo e del suo inquieto vivere.

Tuttavia, a me leggere di quel che accadeva nelle ville di Berlusconi, dell’uso del denaro pubblico, di quell’affannosa ricerca per bloccare foto – se è tutto vero – ecco tutto ciò crea in me un forte disagio, al di là che ci si rivolga alla persona, alla politica, o ad un certo modo di intendere la vita.
E’ un disagio che preferirei non esprimere con parole diverse, e le cui alternative verbali credo siano evidenti ai miei lettori.


Il Papa: «il mondo è avvelenato da inquinamento morale»

Attraverso «immagini che spettacolarizzano il piacere, la violenza o il disprezzo per l’uomo e la donna»

CITTÀ DEL VATICANO – Il mondo di oggi è «avvelenato» oltre che da un inquinamento atmosferico anche da un inquinamento morale che offusca le menti e i cuori, «con immagini che spettacolarizzano il piacere, la violenza o il disprezzo per l’uomo e la donna»: è quanto ha rimarcato papa Benedetto XVI , durante la messa di Pentecoste, festività che ricorda la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli, celebrata oggi nella Basilica di San Pietro.

LA CORRUZIONE DELLO SPIRITO – «Quello che l’aria è per la vita biologica, lo è lo Spirito Santo per la vita spirituale – ha spiegato il papa -; e come esiste un inquinamento atmosferico, che avvelena l’ambiente e gli esseri viventi, così esiste un inquinamento del cuore e dello spirito, che mortifica ed avvelena l’esistenza spirituale». «Allo stesso modo in cui non bisogna assuefarsi ai veleni dell’aria – e per questo l’impegno ecologico rappresenta oggi una priorità -, altrettanto si dovrebbe fare per ciò che corrompe lo spirito», si è raccomandato il pontefice. «Sembra invece che a tanti prodotti inquinanti la mente e il cuore che circolano nelle nostre società – ad esempio immagini che spettacolarizzano il piacere, la violenza o il disprezzo per l’uomo e la donna – a questo sembra che ci si abitui senza difficoltà», si è rammaricato. «Anche questo è libertà, si dice, senza riconoscere che tutto ciò inquina, intossica l’animo soprattutto delle nuove generazioni, e finisce poi per condizionarne la stessa libertà», ha concluso.(…)

(fonte: Corriere della Sera)