Luciano Giustini ragionamenti a lettere..

Orkut, arrivut

Ringrazio quelli che mi hanno invitato su LinkedIn (tanto sono tutti blogger), e nonostante avessi appena finito di stendere una scheda decente, anche per Orkut: ho potuto apprezzare entrambi gli strumenti.
Dopo una titubanza iniziale, dovuta forsa ad un sovraccarico di esperienza su questi settori di internet, ho approfondito e apprezzato, appunto. La mia dubbiosità era legata più che altro al fatto che servizi di questo tipo (specialmente nel caso di Orkut) ci sono già, e in genere stanno lì per favorire “relazioni” (per lo più sentimentali), per capirci, cose tipo Meetic. (tra l’altro, con una piccola differenza: su questi prima ti iscrivi e poi, se vuoi conoscere, paghi).
Ma non è una questione di soldi che, a mio parere, fa preferire una soluzione piuttosto che un’altra: anche Orkut, ovviamente, avrà sviluppato un modello di business che al momento opportuno uscirà fuori (altrimenti in Google sono benefattori e vabbè..) e lo stesso presumo avviene per LinkedIn.
E’ lo stile.
Per le relazioni, io preferisco una “scuola” nella quale i comportamenti non sono massizzati, commercialmente, sociologicamente, ma dove l’incontro migliore è ancora l’incontro “casuale”, “individuale”, basato sulla stima e l’empatia, sulla professionalità e sugli obiettivi comuni, non obbligato da situazioni nè da eventi combinati. Che poi, magari ogni incontro casualissimo non sia, fa niente…, l’importante è capirci.
Sulla rete sono nati come funghi, invece, servizi che hanno la pretesa di pilotare lucidamente le relazioni (professionali, sociali, virtuali, reali e quant’altro), di “mettere insieme” le comunità di persone.
Intendiamoci, non li trovo servizi inutili, giacché talvolta i risultati sono apprezzabili e anche commercialmente lusinghieri, e peraltro non sono neanche novità assolute.
Eppure, nel caso di relazioni non del tutto professionali (per intenderci: non un marketplace) li trovo ineleganti, parziali, in fin dei conti limitati e forse limitanti. Il perché lo lascio spiegare a qualcuno che di sociologia se ne intende più di me, ma il senso è questo.
Il grande successo dei blog, per esempio, forse si spiega così: relazioni di persone che prendono vita autonomamente, senza nessuno che le “piloti” dall’alto, dal basso, da sinistra o da destra. Ma non divaghiamo..dicevo dei servizi di community che mi piacciono poco.
I servizi come LinkedIn e Orkut, invece, mi sono piaciuti. Ecco, forse l’unico cruccio che ho avuto, è che non ci abbia pensato qualcuno dalle nostre parti, ché l’inventiva in effetti non ci manca. Ma vabbè…
In sostanza, si tratta di database di profili implementati attraverso una rete scale-free (su Blogcafé avevo scritto qualcosa al proposito), cioè una rete liberamente composta dove gli “hub”, ovvero oggetti concentratori, sviluppano le connessioni tra sottinsiemi disconnessi, rendendo possibile la formazione di una più generale rete di collegamenti variabili (tra 1 e n gradi, con n <= 3) e con alcune idee alla base a volte intelligenti, a volte furbe, a volte semplicemente logiche. Mi è piaciuto lo stile, dicevo: non eccesssivamente invasivo, ma anzi quasi riservato, sobrio, eppure completo, aperto, e funzionale. Tanto LinkedIn è orientato all'aspetto "professionale" tanto Orkut invece a quello più squisitamente personale, ma i due settori spesso e volentieri si incrociano, e quindi, forse, è inutile parlare di distinzioni nette. In ogni caso, ci sono delle differenza implementative non banali, di cui dirò dopo. Per i non iniziati come me e Pesce Vivo :), spiegare di cosa si tratta, sempre che abbia afferrèto il concetto, è forse un’utopia, quindi per ora mi fermo qui nella “teoria” e accenno solo al funzionamento. Un funzionamento senza dubbio favorito dal mezzo telematico, che qui si basa sul più classico “invito”: qualcuno vi deve invitare, preferibilmente, per entrare in Linkedin o Orkut. Non a caso, i primi inviti li ho sempre ricevuti da Giuseppe Granieri, al quale il metodo piace molto 😉
Una volta invitati, si entra nel sistema, e il gioco a quel punto si svela nella sua iniziale semplicità (ma, attenzione, non banalità): bisogna compilare la propria scheda, con attenzione, ed è fatta! Nel “profilo” ci sarà la nostra vita professionale, personale, e così via, limitatatamente a quello che noi vogliamo far sapere. I profili (correggetemi se sbaglio) non sono visibili a tutti, e qui il gioco diventa interessante, infatti non c’è una url esterna del profilo, ma questa è visibile solamente alle categorie di persone “trusted friends”, cioè amici fidati. Gli amici sono il nostro network di conoscenze, e possiamo allargare questo network attraverso inviti da rivolgere ad altri amici che lo frequentano, ad amici che non lo frequentano, agli “hub”, cioè persone con tante conoscenze che ci interessano che ci collegano automaticamente alle altre, o ricevendo, ovviamente, altri inviti da terzi.
Differenze tra Linkedin e Orkut: a parte la citata orientazione più personale di Orkut, quest’ultimo rende anche disponibili alcuni strumenti peculiari, per così dire: si può diventare “fan” di qualcuno, o dimostrare il proprio apprezzamento in termini di professionalità, dinamicità, simpatia, (vado a memoria), e sex-appeal. Questi apprezzamenti compariranno nel profilo della persona individuata. I vari pezzi del gioco sembrano ben congeniati: ad esempio, gli apprezzamenti sono anonimi, ma i profili di trusted friends no (o almeno mi sembra: mentire dovrebbe essere difficile).
Infine, si può appartenere a nessuna, una o più community inter-network. Aprirne una è facilissimo: io ad esempio ho creato la community Romani de Roma….se qualcuno è interessato…:)
Insomma, si consolidano e si creano amicizie in modo chiaro e pulito. Il tutto utilizzando lo strumento telematico e, nel caso di LinkedIn, mostrando le proprie professionalità, senza barare e senza celarsi dietro nomignoli di dubbio gusto.
Cosa chiedere di più? Ci penso e poi ve lo dico…

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