Luciano Giustini ragionamenti a lettere..

Un capolavoro


“Ci sono russi dappertutto!”
Un film magnifico..
Certo, per chi va a vedere boiate come “Manuale d’amore”, “Litigi d’amore”, o addirittura seguire cose come “Amici” in tv, un film realista e asciutto come questo può essere un buon consiglio. Un ottimo film storico, che aiuta a rivivere in modo corretto eventi tanto importanti per la memoria collettiva.
La realtà descritta dal film sono 2 ore e mezza di tensione, la stessa tensione che fu vissuta negli ultimi 12 giorni di vita di Hitler e del Terzo Reich nel bunker della Cancelleria a Berlino, a partire dal 20 Aprile 1945, giorno del compleanno del Fuhrer.
Il film è la rappresentazione di qualcosa che è avvenuto realmente, raccontata dalla segretaria che visse quei giorni, mediata, filtrata minimamente dal regista e dagli attori. Bravissimo il regista, il tedesco Oliver Hirschbiegel, a rendere la sensazione storica di assedio anche esistenziale (“l’Occidente dovrebbe aiutarci!”) da parte degli odiati russi.
Il film è incentrato sul suicidio. Singolo, collettivo, di massa. Il suicidio come “soluzione finale”, come scelta. Il suicidio esplicitato nei particolari, nei dettagli, il dottore spiega come non sbagliare, senza retorica.
Non si spiega, invece, la polemica che ha investito, in patria e fuori, il film, accusato di rappresentare un Adolf Hitler “troppo umano”. Come dice Kezich, “Cosa dovevano fare il regista e l’attore Bruno Ganz (le cui straordinarie somiglianza e bravura sono da rimarcare)? Raffigurarlo con il pugnale tra i denti e le mani lorde di sangue, quando tutti i testimoni lo ricordano come persona gentile, sommessa, premurosa? In tal modo, ammise la segretaria Traudi Junge, si conquistava la stima e la fedeltà dei collaboratori.”
Insieme agli altri attori, fanno un masterpiece.

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