Luciano Giustini ragionamenti a lettere..

La grandezza è sempre solitaria

Stasera stavo con il mio amico alla pizzeria delle Carrette, quella in fondo a via Cavour. Era la prima volta che ci portavo lui, ma per me è come se fosse senza soluzione di continuità dall’adolescenza ad oggi. Anche se stasera c’erano solo turisti e i prezzi, dall’ultima volta che ci sono andato, sono lievitati ancora.
Comunque, si era lì a confabulare dei soliti pettegolezzi nella piazzetta dentro, quando si fa per chiedere il conto e si va al bagno. Non ricordavo dov’era esattamente, così ho percorso tutta la navata centrale della parte interna del locale. Cammino cammino e chi ti vedo seduto? Ohibò, è proprio lui: il maestro. Il grande. L’unico. Mario Monicelli, che anche se fosse stato solo il regista del Marchese del Grillo, sarebbe stato per me maestro, grande, unico. Invece è il regista di un’infinità di piccoli e grandi capolavori.
Ed era lì, da solo. Al tavolo della parte interna, come un vecchiettino qualunque. Maglietta bianca, pantaloni color panna chiari. Sguardo un po’ incazzato. E’ bastato per farmi passare la voglia di chiedergli un autografo…
Con le notizie degli ultimi giorni, sarà un po’ triste? forse, forse no..
Detta la cosa all’amico, che non l’ha trovata particolarmente stimolante, l’ho accompagnato ad una passeggiata lungo gli imperiali fori e son tornato alla pizzeria dove avevo lasciato la moto, per tornare a casa.
Solita sequenza. Folle, chiave, accendo, piccola sgasata, metto il casco. brum brum brum borbotta il motorone a 4 cilindri. Ma mentre sto per salire a cavalcioni, ecco apparire lui, candido, dal locale, che con un certo timore si avvicina per uscire dalla piazzetta ma lo spaventa la mia moto grossa, accesa. Mi fermo così immobile, e lui scivola morbidamente, guardandosi in giro, come un gatto, per la sua via Cavour, per la sua Roma che conosce così bene e che deve apparirgli come sempre strana e fregnona, con tutti questi biondi in giro. E io a guardare lui come un cretino, pensando quanto avrei voluto scambiare anche solo due parole su qualsiasi tema.

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