Luciano Giustini ragionamenti a lettere..

Il pub della conversazione


Come di consueto, anche se l’amica comune avrebbe preferito qualsiasi altro posto, ci eravamo ritrovati ancora una volta al nostro pub preferito, in pieno centro, in una stradina tranquilla. E’ una consuetudine oramai. E’ il nostro buen retiro, è il nostro luogo delle conversazioni, dove parliamo di cazzate e dei massimi sistemi, davanti ad una buona birra – sempre la stessa.
Conosciamo tutte le cameriere – che purtroppo cambiano ogni 3 mesi – pur essendo rimasti affezionati alla prima, un’eccezionale berlinese che ha deciso dopo aver vissuto in Italia un po’ di tornarsene lì. Conosciamo il gestore – che ci fa lo sconto (ed è una cosa graditissima) ma col quale scambiamo appena qualche battuta sebbene sembri una persona molto ammodo. Conosciamo i tavoli e abbiamo ovviamente il nostro tavolo preferito d’inverno e quello d’estate (nella veranda fuori).
Ci abbiamo portato solo una ristretta schiera di amici, quelli che per noi sono importanti, perché quel pub è un luogo della memoria. Ci chiacchieriamo sicuri di poter godere della serenità di un posto che è anche elegante, nella sua legnosità, è ben frequentato e con un bassissimo livello di rumore (doti rare nei pub centrali di Roma).
Insomma, tutta questa premessa serve a dimostrare che, in fondo, dovremmo ricordarci quasi a memoria il menu di questo pub, le piccole astuzie degli habituè, le cose da evitare, le prelibatezze servite come piace a noi. Peccato, che cambino, queste benedette cameriere: la prima ad esempio si ricordava perfettamente, nel momento in cui ci vedeva entrare, della “panna cotta affogata nella Nutella”, e sorrideva. Dalla seconda in poi invece si è faticato a ricordarsene. Ultimamente non c’è più religione. E spesso anche la panna cotta (meglio così, per la linea).
In ogni caso, su una cosa oramai andiamo a colpo sicuro: una birra che prendiamo dal primo giorno che siamo entrati in quel pub. Un gusto ineguagliabile, un nome che ci consola l’anima. “Affligem”.
Recentemente, per un puro caso, abbiamo scoperto che la versione “piccola” di questa birra, pur costando decisamente meno, è praticamente identica alla versione “media”. Probabilmente tutti prendono quella media pensando che la piccola sia molto piccola (ad es. 33 cl), ma in realtà sono identiche. Così, da quel giorno noi prendiamo sempre la piccola, nello stupore della cameriera avventizia che ci guarda sbalordita e forse ignara della verità che si cela sotto. D’altronde il signor gestore, bontà sua, ancora non ha modificato questa carta, forse osservando che siamo solo noi a prendere la piccola, e quindi ritenendo nella sua infinita saggezza che conviene mantenere questa usanza che solo pochi adepti conoscono, e che amano ritrovare.
Orbene, ieri sera nella consueta fase di ordinazione, con la solita nuova camieriera, l’amico compagno di tante bevute ha avuto una defaillance, un momento di confusione, un temporaneo mancamento di memoria: non ricordava più qual era la versione “giusta”, e quindi nell’indecisione ha ordinato alfine la versione di birra “Medio-piccola”. Io ho riso di gusto, ma proprio ridevo, ridevo.. La cameriera è andata un po’ in acido, facendo finta di sorridere. Ma non capiva (come poteva?). L’amica avventizia, anche, ma sorrideva amabilmente (ci avrà preso per i soliti buontemponi).
A questo punto del post, per il mio amico ma anche per me, ho capito una cosa: bisogna visitare il sito della birra. Solo così si scopre, nella dettagliata introduzione, che essa prende il nome dall’originaria Abbazia benedettina di Affligem fondata nel 1074, in Belgio dove è nata. E che, in fondo, niente avviene veramente per caso. 🙂