Luciano Giustini ragionamenti a lettere..

Blog e diffamazione

Questa volta rispondo ad una mail che tocca un tema molto attuale e delicato dei blog.
Mi scrive infatti Marco su Gmail:

Davvero bello il tuo sito, soprattutto per chi vuole avvicinarsi al mondo del blog.
Io stesso vorrei aprirne uno, ma non riesco a comprendere soprattutto un aspetto:
i profili di responsabilità.
Se io apro un blog a mio nome e avvio una qualsiasi discussione, nulla vieta che qualcuno possa partecipare diffamando, calunniando, incitando a commettere reati ecc.ecc.
In questi casi, chi ne risponde? Cosa accade? Non credo sia possibile fare una censura preventiva (nè utile e giusto). Come ci si mette al riparo da simili evenienze?
Inoltre: che dominio consiglieresti per iniziare?
Ciao e grazie
Marco

La diffamazione sui blog è un tema molto sentito per due motivi, dei quali uno è il principale: i commenti. I testi composti da altri ma che compaiono sul nostro sito per la legge sono “pubblicati” sul – e fanno parte del – blog. La responsabilità in alcuni casi potrebbe ricadere sul proprietario del sito stesso anche se questi, di fatto, non centra niente. Ciò accade perché si ritiene che il gestore (o chi ha la proprietà del sito in caso non si riesca a risalire a questi) ha omesso il controllo sui contenuti: i commenti che non sono stati cancellati o modificati, oppure il testo stesso del proprio sito.
Ultimamente ne è rimasta vittima ad esempio il noto giornalista e blogger Pino Scaccia, che si è visto chiamare dall’Ordine dei Giornalisti per una denuncia relativa ad un commento apparso sul suo blog.
Recentemente anche chi scrive è stato protagonista sul blog Maestrini per caso, a proposito della questione dell’articolo sui Social network, di una serie negativa di commenti di un noto polemista, che ad alcuni sono sembrati da querela. Io, però, mi ci faccio una risata.
Altri invece la prendono sul serio e le querele magari le fanno.
Il problema può essere affrontato, a mio avviso, da un punto di vista pragmatico, anche guardando quella che è la “prassi” finora e gli strumenti disponibili: è chiaro che i commenti sono un rischio, ma è altrettanto evidente che non si può limitare la libertà di espressione dei lettori in nome di un controllo preventivo totalmente penalizzante.
Se si vuole lasciare libertà di parola e non correre il pericolo di pubblicare testi passibili di querela, un buon metodo è quello di moderare i commenti: ovvero i commenti vengono salvati ed inviati al responsabile del blog, ma questi deve autorizzarli, perché siano pubblicati e visibili da tutti. Ciò introduce un ritardo variabile, perché ovviamente non si può stare sempre “sul commento”, ma dà al gestore una certa garanzia di tranquillità: niente viene pubblicato senza che venga letto prima.
Certo, per evitare qualsiasi seccatura e stare tranquilli, non rimane che togliere i commenti del tutto. Ma questa è una scelta radicale, che in ogni caso sconsiglio (allora in tal caso è preferibile mettere il blog sotto password).
Diversi blogger oltreoceano, infine, preferiscono ai commenti la tecnologia Trackback introdotta da Movable Type. I trackback sono la segnalazione, sul vostro blog, che qualcuno ha scritto qualcosa sul proprio blog a proposito di un vostro post. In pratica il blog scrivente “segnala” al software (MT, o altro) che ha scritto un post relativo al vostro, e questi registra il “trackback” sul vostro post. L’aspetto rilevante di questo metodo è che fisicamente il testo risiede sul blog di un altro e non sul vostro, il che legalmente dà degli indubbi vantaggi.
A voi la scelta.

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