La seconda che hai detto | Luciano Giustini

La seconda che hai detto


 

Scontatissima, ma comunque apprezzabile analisi generale (banale) sulla coppia uomo donna. Va bene in qualsiasi situazione, e può essere utile per dare agli amici quel consiglio della nonna in più. Soprattutto, è ben spendibile in quanto assume per definizione che l'amore romantico non esiste, mio vecchio cavallo di battaglia.

Un tempo gli sposi non dovevano scegliersi: erano i membri del clan o della famiglia a controllare gli incontri e a stabilire le regole dello ‘scambio’. Erano loro infatti che valutavano le qualità del potenziale partner e le affinità che questi aveva con il membro della propria famiglia che si erano incaricati di ‘sistemare’.

Le coppie così formatesi, avevano come unico progetto quello di mettere al mondo dei figli –considerati come ‘bene pubblico’ da parte di tutto il clan – e di restare uniti per il resto della vita.

L’amore romantico praticamente non esisteva: l’amore era più che altro una forma di rispetto e devozione verso il partner, qualcosa che somigliava più al dovere che ad un sentimento.

Il matrimonio d’amore, del resto, si è affermato, in tutte le classi sociali, solo nel secolo scorso.
Con questo genere di matrimonio i due partner si scelgono unicamente sulla base del sentimento che li lega, considerando come elementi di secondo piano i ‘valori’ che i due sposi portano alle famiglie acquisite.

Perché ci si sposa? Fondamentalmente perché la famiglia è ancora sentita come un luogo sicuro della vita, un rifugio nel quale trovare solidarietà ed affetti. Certo, il matrimonio è anche un impegno di dedizione al partner ed ai figli che verranno, ma è qualcosa che offre anche sicuri vantaggi, anche di tipo economico e sociale.

La ‘moglie ideale’ per la maggior parte degli uomini è anzitutto una persona di aspetto gradevole e dal carattere mite, capace di raggiungere la perfezione se ha anche l’attitudine ad occuparsi dei lavori domestici, soprattutto per quanto riguarda l’arte culinaria. Scontata è invece l’aspettativa di continua e massima disponibilità sessuale che ogni uomo ha nei confronti della sua donna.

E le donne? Cosa si aspettano le donne dal loro ‘uomo ideale’ ?

Le ricerche in proposito ci dicono che le donne non guardano molto alle doti estetiche, non si perdono nei particolari anatomici dei loro compagni, ma guardano alla persona nel suo insieme; cercano anzitutto persone intelligenti, colte o comunque più colte di loro stesse, di buono status sociale ed economico, dotati di senso dell’umorismo e dinamici.

Per la donna l’uomo ideale invece è ancora colui che provvede alle sue necessità materiali (anche quando il lavoro consentirebbe alla 'lei' di avere su questo aspetto una buona capacità di spesa e di auto-mantenimento) ed è la persona cui affidarsi per essere aiutata a superare le difficoltà della vita. E’ il mito del Principe Azzurro insomma, che non riesce del tutto a scomparire, anche in una società dove le donne hanno ormai raggiunto la parità con gli uomini ed, in alcuni casi, li hanno addirittura superati (ad esempio:si laureano più donne che uomini).

Essendo il matrimonio basato principalmente sull’amore, è ovvio che, quando l’amore finisce, l’unione comincia seriamente a traballare, si scopre di non aver nulla in comune e ci si lascia, anche dopo pochi anni. Con l’introduzione del divorzio in Italia, negli anni settanta, sono già moltissime le persone che hanno contratto due o tre matrimoni : si tratta di persone ‘normali’ e non delle capricciose star di Hollywood di cui leggiamo sui rotocalchi.

A chiudere i rapporti matrimoniali ‘in crisi’ sono soprattutto le donne. Le donne infatti, soprattutto se economicamente indipendenti, sono consapevoli di poter stare benissimo anche da sole, provvedendo ottimamente all’organizzazione domestica. Possono inoltre contare sull’affetto, espresso anche fisicamente, dei figli o dei nipoti, il che viene a compensare la perdita del contatto intimo con il coniuge.

Per tutti questi motivi la presenza maschile, quando l’amore svanisce, comincia ad essere sentita, da molte donne, come un peso e per questo sono loro che spesso decidono di porre fine al matrimonio.

Non altrettanto possono dire gli uomini, per molti dei quali è ancora un tabù lavarsi i calzini o doversi preparare un piatto di spaghetti, così come malvisto potrebbe essere il loro lasciarsi andare a manifestazioni di affetto con figli e nipoti…

Lo iato fra uomini e donne dei nostri tempi è ancora più evidente nelle coppie non più giovanissime, di qualsiasi livello sociale e culturale economico, dove la donna mantiene ancora un aspetto giovanile, (cura dei capelli- cura dell’abbigliamento e degli accessori ecc.) ed ha un maggior livello di informazioni, anche di tipo culturale. Infatti, se l’uomo anziano di scarsa cultura si lascia interessare solo da programmi sportivi o quiz televisivi con ballerine seminude, le donne seguono con attenzione i contenitori televisivi, dove si alternano esperti di tutti i tipi che offrono continui stimoli di approfondimento.

Stessa cosa nella lettura dei giornali: i giornali sportivi, letti da un pubblico maschile, sono sempre gli stessi, mentre i giornali che offrono romanzi rosa, fotoromanzi o gossip cercano sempre più di elevare il loro livello culturale, offrendo anche notizie pratiche per la soluzione di problemi grandi e piccoli della vita, consultando esperti ed offrendo consigli.

Le giovani generazioni non sono immuni da questa differenza culturale che si viene a creare fra uomini e donne: le ragazze infatti abbandonano la scuola molto meno dei loro coetanei e raggiungono più elevati titoli scolastici. La maggiore libertà di cui godono le ragazze rispetto alle generazioni passate le porta poi ad assumere dei ruoli sempre più attivi, scanzonati e liberi, che sempre di più somigliano ai tradizionali ruoli maschili….

Perché sorprendersi dunque se il maschio è sempre più insicuro, se teme l’intelligenza e la preparazione culturale della donna, se ha paura della sua grinta ? Piuttosto che affrontarla, sono molti i casi in cui presenta reazioni di fuga. Ed è per tutto ciò che sempre più unioni si frantumano, per 'incompatibilità di carattere': l'amore finisce e non c'è più niente che possa legare la coppia, neanche l'interesse per i figli.

Il risultato di questo stato di cose è una società sempre più caratterizzata da una forte percentuale di singles che spesso non hanno interesse a conoscersi tra loro, perché delusi dalle precedenti esperienze e perché consapevoli della difficoltà nell'incontrare una persona veramente affine.

In ogni caso, per coloro che hanno visto fallire la prima esperienza matrimoniale basata sull'amore romantico, non è più evidentemente questo il criterio che orienta le scelte future nella ricerca del nuovo partner.... Viva allora il matrimonio 'combinato'?

(Prendersi, lasciarsi di Giuliana Proietti)

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