Il finto omaggio | Luciano Giustini
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Il finto omaggio


 

Avete presente Simone Cristicchi, no? Quello che canticchia "Vorrei essere come Biagio" e che ha composto anche un jingle per Radio Globo sul fatto che lui ascolta solo "musica originale", quello che lo si sente oramai dappertutto,...quello lì.

Bene, dopo che un mio caro amico è stato citato nel blog di Cristicchi, e visto che la mia proverbiale antipatia per il buon vecchio Antonacci nazionale (che ovviamente non ha un blog), mi sta facendo penare con i fan del Loro :), mi sovviene questo pezzo che avevo letto su Scienze della comunicazione.com e che adesso mi ritorna all'uopo, invero interessantino:

(...) Cosa c’entra Simone Cristicchi con i Sex Pistols? Sotto un certo punto di vista c’entra. Il singolo “Vorrei cantare come Biagio”, che impazza nelle radio italiane dal 22 aprile e da venerdì 6 maggio è disponibile in tutti i negozi, rappresenta un finto omaggio a Biagio Antonacci e alla musica leggera-romantica italiana in generale. Chiariamo: forse Cristicchi ama davvero le canzoni di Antonacci, ma è evidente che la volontà di questo pezzo è un’altra. Non soltanto “conquistare lo stesso pubblico di Antonacci”, come dichiarato dallo stesso Cristicchi, ma anche prendere un esempio di pop da alta classifica per dire che non si sarà mai come lui e probabilmente nemmeno lo si vuole essere. E sì che dal testo traspare tutt’altro… Cristicchi afferma di voler assomigliare a Biagio Antonacci in tante cose (“firmare autografi alle fan, riempire i palasport”), e con l’occasione cita alcuni dei suoi più celebri hits: “In cima alle classifiche non ci facciamo compagnia”, “Sono bravo a scrivere canzoni ma tu di più, ma tu di più” (riferimenti a “Non ci facciamo compagnia”), “Vorrei convivere con Biagio Antonacci” (“Convivendo”), fino ad arrivare al geniale bridge in cui riprende il tema di “Quanto tempo e ancora” (“Ma quanto tempo e ancora io dovrò darci dentro, quanto tempo e ancora mi viene da star male perché purtroppo io non sono come Biagio Antonacci”). E non finisce qui. L’estroso Simone canta anche: “Credici, mi dicono, credici e arriverai al Palalottomatica”. Ora le cose sono due: o Antonacci non ha capito il reale scopo di questo brano, o ha dimostrato una grandissima autoironia. Lo scorso 12 aprile, infatti, ha invitato Cristicchi ad aprire la data romana del suo tour, tenutasi guardacaso proprio al Palalottomatica. I sentori che effettivamente questo pezzo prenda in giro certi luoghi comuni della discografia nostrana si hanno ascoltando altri versi: “Godo della stima dei miei simili; sono Cappuccetto Rosso perso in questi sottoboschi artistici. Fidati, mi dicono, fidati, ce la farai, ma io mi sento un panchinaro condannato allo stand-by. Mi stimano tantissimo i colleghi cantautori, i direttori generali e pure i produttori. Mi vuole bene questo pubblico di nicchia, ma io mi sento piccolo come una lenticchia”. In queste frasi è racchiusa tutta la classica amarezza dell’emergente che viene puntualmente illuso dai “capoccia” dell’industria musicale, espressa però con una simpatia davvero contagiosa.

Povero Biagio...usato così, senza pudore. Ma si, in fondo credo che ha dimostrato una grandissima autoironia :)


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1 Comment

appena sentito alla radio il pezzo di Cristicchi mi sono fatto delle gran risate, qualcuno finalmente aveva avuto non il coraggio ma la possibilità di prendere in giro il sistema musicale nostrano ("completamente fallito").
Sembrava una presa in giro palese nei confronti di un altro fallito (a livello artistico e poetico sopratutto, visto come si definisce in alcuni album). "Una offesa anche nei miei confronti, che scrivo di tutto ma non voglio provare nemmeno a specularci sopra, per me la morte di arte e poesia". Parlando con una amica che beve TV dalla mattina alla sera ho riscontrato che per lei questa canzone è un elogio ad Antonacci ed io ero nuovamente il solito convinto. Mi sapete dire la vostra?

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